Stavolta va detto. There’s no way like the American way.
Il SUPERBOWL è senza alcun dubbio l’evento più Americano dell’anno, è stato davvero esagerato goderselo. A parte il fatto che ho finalmente imparato le regole di questo incomprensibile gioco, è davvero difficile descrivere l’atmosfera che in tutta la città accompagnava l’evento. A casa Fong oggi era il compleanno di Landon, e i genitori, dopo il clown party, avevano organizzato un birra sul divano, come nel più classico dei telefilm.
Ma se non hai una casa americana dove guardare il match, che fai? Ovvio, vai al Pub Americano allestito per l’occasione. Quello con gli omaccioni – probabilmente i soliti di Wall Street – senza più il cappotto nero ma con la maglia del loro giocatore preferito, ma soprattutto la stazza del loro giocatore preferito. Birra, hamburger, birra, patatine fritte, birra, alette di pollo e birra.
Dopo la visita – di 4 ore – all’infinito Museo di Storia Naturale (100 mila volte meglio la Specola! Vale ti ricordi che bello? Quando torno voglio portarci la mi’ sorella subito!) io e Andreas raggiungiamo Kristof ad Astoria, Queens, dove vive lui. Aspettiamo l’arrivo di Albert e raggiungiamo questo pub losco con poca luce e tanta gente, addobbato appositamente per l’occasione con poster e palloncini a forma di pallone da football (ne ho preso uno ovviamente, è qui in camera).
Guadagnamo un’ottima posizione al secondo piano, di fronte a uno dei 5 o 6 maxischermi disponibili. Anche noi ordiniamo birra, hamburger, birra, patatine fritte, birra, alette di pollo e birra. E poi, comincia lo spettacolo. Il che è semplicemente indicibile. Prendete la finale di un mondiale di calcio e moltiplicatela per un miliardo. Un miliardo, a proposito di numeri, gli spettatori sintonizzati. Un match che dura in totale la metà di una partita di calcio, ma uno show che dura almeno quattro ore. Christina Aguilera canta l’inno americano, John Travolta è il primo dei tifosi che le telecamere inquadrano con un passaggio tra la folla. Una quantità di commecials inenarrabile, praticamente uno spot ogni 15 – 30 secondi di gioco. Una serie di genialate pubblicitarie da premio nobel, così acute e divertenti da costituire di per sè un vero e proprio spettacolo. Guardate questa:
Pensate che gli slot erano sold out già lo scorso ottobre, ed ognuno di essi è costato $3.000.000! In assoluto gli slot più cari al mondo in qualsiasi tempo. Numeri da record, emozioni da record. All’intervallo tra il primo e il secondo tempo i Black Eyed Peas hanno tenuto uno show degno di Las Vegas, con delle coreografie eccezionali, una carica strepitosa, un passaggio di Usher ed un altro ospite mica tanto di scartino: appena appena Slash dei Guns’n’Roses. Noi altri si saltava tutti sul tavolo.
Ma poi capirai a noi ci sembrava di essere lì, no! Stasera tutti americani, io e Kristof abbiamo anche votato il giocatore più bravo al sondaggio ufficiale (e ripreso la nostra pausa sigaretta). Ci siamo fatti delle grasse risate e insomma,è stata una serata di quelle che non ce ne sono tante. A parte per una cosuccia: ad ogni pinta di birra ti davano un bigliettino per una lotteria che si teneva a fine serata al piano di sotto. Indovinate? Uno dei nostri 8 numeri è stato estratto. Però noi eravamo ancora su, non abbiamo sentito, e quelli sono andati avanti assegnando il premio al secondo estratto. Che superfave, altro che superbowl. Ci siamo giocati un televisone al plasma da 32″.