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Got it!

24 Feb

Siii! Stasera mi hanno fermato per la strada per chiedermi dove l’avevo comprata! Una tipa mi ha addirittura chiesto se poteva farle una foto! Siiii! Troppo fiera della mia borsina nuova!

Da BEBE, 15th Street 5ft Avenue – $105.00, con mastercard.

 

High flying adored

17 Feb

Nota tra me e me. E’ oggi il giorno della stesura del progetto. Per non dimenticare. perchè qui, non lo so come mai, ma il mio cervello sta lievitando, sono continuamente soffocata da una montagna di idee e da una creatività senza precedenti. In effetti non sono mai stata creativa ora che ci penso. Ma ora proprio esplodo di trovate. E, guarda un po’, sono tutte cose e progetti meravigliosi. Geniali. Della serie come ho fatto fino ad ora a fare senza. Come ha fatto il mondo fino ad ora a fare senza! Bu, sarà la libertà senza confini di trovarsi buttata così, da sola, in un posto che non ti conosce affatto. In un posto che non vuole niente da te. Sarà la consapevolezza di avere qualcosa in più di questi qui, patriotticamente parlando. Sarà questa strana energia che ti riempie il cuore, che proprio ti scoppia, quando cammini in mezzo a questi grattacieli enormi di Wall Street, e ti senti così piccola di fianco a loro, ma così potente e libera e che quasi sei più alta tu, a confronto.

Ogni tanto c’è una chiesa fake-gothic in mezzo a questi giganti. Tipo Trinity Church, o St. Thomas. Così, sembrano riproduzioni lego della chiesa della Spina di Pisa, o di Saint Denis. Ma nel 1200 l’America ancora non esisteva, il mondo era ancora piatto. Sicchè le hanno fatte dopo. Ma è chiaro che l’unico stile che potevano copiarci è quello gotico. No, non perchè è lo stile anglosassone (cioè si), ma perchè è lo stile che per antonomasia tende fisicamente verso il cielo.

E allora vedi queste chiese, minuscole, vicino ai grattacieli. Queste chiese che ingaggiano con i grattacieli una lotta quotidiana di slancio verso l’alto, di linee verticali, di fughe, di spinte, di guglie. Ci provano ad arrivare più su del tetto di un edificio profano. E allora lo vedi, c’è una spiritualità che cerca di vincere il materialismo di questa società. C’è Dio che cerca di vincere l’Uomo. Ci prova, si stira, si arrampica, compete con le fabbriche di denaro. Lo spirito lotta contro la materia, cerca di superarla, di elevarsi più in alto.

Ma no, perde. Qui vincono i grattacieli. A New York l’Uomo vince su Dio.

Rubrica Sanremo: Brava Belen, a me me piace. Quell’altra è bella da morì maddè, una popò di rozza. Del resto Giorgio è quello che è. Gianni Morandi? Bu, secondo me ci deve ave’ le Shape up ai piedi, non sta fermo un attimo, oioia che ansia, o quanto dondola? Ma poi rigà, mi volete di’ che Benigni, almeno in quest’occasione, è uno che vale 250.000 eurjyi? Confusionario e caotico nell’esposizione, m’ha fatto venì l’agitazione. Che fatica seguirlo. Abuso del termine ‘memorabile’, non c’erano altri sinonimi?
Un pochino approssimativo nelle note storiche. Lo stesso effetto delle traduzioni di Google. La storia della bandiera tricolore per esempio non è esatta. Eddaje.
Mmmm. No via.

Who needs a Valentine?

14 Feb

Questa è la mia canzone ufficiale di San Valentino ever. Quando posto una canzone vuol dire che dovete sentirla. La fate andare e poi leggete. Serve da colonna sonora, in attesa della sceneggiatura del film che vorrà farmi Federico Moccio.

Detto ciò, andiamo avanti con i bollettini …

Stasera io e Glenda abbiamo investito una discreta somma di denaro (mannaggia al cristianesimo) per partecipare a questa serata supervip da Cipriani a Wall Street. Sulla sua macchina fotografica ci dovrebbero essere delle foto, conto di aggiungerle al più presto (se sono decenti). Io come eccessivissima con le mie calze con la riga e il collo di pelliccia, altro che saluto stile regina Elisabetta, parevo Platinette. Per fortuna a lustrini qui a New York stanno tutti messi bene. Ah, nota lusso, siamo andate/tornate in taxi, che il tacco 15 non ci reggeva. Glenda scusa se c’ho messo così tanto a prepararmi, so che mi hai odiato ma apprezzo molto lo sforzo che hai fatto per non farmelo pesare. Pensa, manco me so’ messa le ciglia finte alla fine, t’ha detto bene! Solo due ore! Perdonami … ricomincerò a prendere gli ansiolitici.

Locale meraviglioso, andate a vedere qui:

http://www.cipriani.com

La cupola della sala è decorata con bassorilievi di Wedgwood, scusa se è poco. Tra gli ospiti di questa sera, un principe azzurro tutto fumo e niente arrosto che pareva il figlioccio putativo del cantante degli Spandau Ballet (che a me infatti me piaceva/piace da morì). Imbroccati, nell’ordine, un maniaco dalle mani un po’ troppo lunghe che non aveva mai visto un paio di calze con la riga – Alì il chimico, numero due di Bin Laden, che aveva deciso proprio stasera di passare una serata occidentale in questo ristorante – un ragazzo carino e ‘normale’, che sfortunatamente ha colto Glenda nel momento sbagliato e deve aver pensato che sarebbe stato meglio uscire con Alì il chimico piuttosto.  Ma insomma, queste son chiacchiere da bar. u.ù Scusate se è poco, al tavolo accanto al nostro, mica pizza e fichi, c’era Silvio Muccino! Vero Gle’??? 😉

Lunch Breaks @ the Museum

9 Feb

Deh, c’avranno anche 10 giorni di vacanza l’anno qui in America, ma in compenso i giorni lavorativi sono davvero piacevoli, o almeno si cerca di farli andare bene. Durante le memorabili pause pranzo nella biblioteca – che nonostante si stia mangiando, si parla sempre di cibo e ricette internazionali, che nervoso, capirai, io non so fa’ una minchia – ne capitano di tutti i colori. Ogni giorno gente nuova, tra volontari, interns, amici di qualcuno. Insomma il punto è che tutti portano cioccolata da mangiare, ogni giorno. Tra le new entry c’è questo Itaj, credo si scriva così, che è un bel ragazzetto che viene da Israele, dove era soldato. Ci racconta delle cose terribilmente drammatiche, deve averle davvero viste delle belle. Insomma, bando alle cose serie, dopo la pausa pranzo ogni giorno della settimana c’è un ulteriore ora d’aria dedicata ad attività extracurricolari. E la lira s’impenna! Lunedì German Class. Martedì Italian Class.  Giovedì yoga. Venerdì io non ci sono sicchè non lo so. Mancava il mercoledì, così oggi Danielle ha organizzato una strepitosa Balloon Class. Abbiamo riso troppo. Mica è così facile come sembra …

Questo è il mio canino! Io, siccome so’ sborona sempre, al mio c’ho messo financo il guinzaglio. u.ù

C.A. Parchi Val di Cornia Spa

6 Feb

Avviso di servizio. Alla cortese attenzione di tutto il personale della biglietteria del Parco Archeominerario di San Silvestro.

Quanto lo facevate voi il geode? € 2,50 ?

Secondo voi quanto vale questo geodino da salotto? 😉

Compleanno Fong … via!

6 Feb

Boni boni, che oggi era il compleanno di un bimbo Fong e me la sono scampata per un pelo. Se no mi toccava il clown party. Che bellini però, mi hanno lasciato la torta! Speriamo non mi faccia male (anche questa), chissà che c’era dentro … ne avete mai vista una così?

Non ci sono più i dittatori di una volta …

4 Feb

Pomeriggio di alta ispirazione. Non posso scendere nel dettaglio qui in pubblico, perché mi fareste rinchiudere in un manicomio (prima del tempo, intendo).

Ma a volte ti capita di ricevere dei segnali, o ti sembra di riceverne, e per un momento quello che fai – che fino ad un attimo prima non aveva senso alcuno – sembra ritrovare una certa armonia, e ti va di credere che, anche se magari non sei nel posto giusto, sei sulla strada giusta.

Richard mi capisce sempre, al volo. Non avrei neanche potuto sospettarlo, quando ci siamo conosciuti in quell’ostello a Roma, nel 2005. Ma che bella la nostra passeggiata a castel Sant’Angelo, di notte.

Stasera siamo stati a cena di Dan e Marco, con Nora, Scarlet, Becky e un po’ di altra gente nuova. Dan e Marco hanno un bed&breakfast qui a Brooklyn – un posto bellisssimo! @Laura, Bruna, Cate, vi mando notizie più dettagliate.

Mi mancava una serata così. Di quelle in cui si sta bene, in cui nuova gente=nuove idee, in cui si parla di niente e di tutto, in cui si vede che siamo tutti sulla stessa barca. Addirittura uno degli ospiti ci ha improvvisato un concerto di violoncello insieme al cin cin. Non so come mi sento, ma sostanzialmente bene, credo.

Sarà per la cena, deliziosa, anche se gli americani dovrebbero smetterla di tentare di cucinare la pasta. Sarà perché ho fatto un sogno super super super hot e mi sono svegliata un po’ così … ma questa è un’altra di quelle cose che non potranno succedere mai.

Operazione Fatina Barbona*

31 Jan

Ahahah  😦

E’ ufficiale! da domani scatta l’operazione “Fatina Barbona”. Per una simpatica coincidenza astrale a sorpresa, id est disguido di accredito bancario di soldi che mi dovevano entrare, il mio portafoglino … come dire … langue, anzi scianguina proprio vai.

Tanto ha ragione mi pa’: quando è merda è merda.

Ma noi non ci si arrende di fronte a questi curiosi imprevisti della sorte infame maledetta, del resto è da quando sono qui che passo il tempo esclusivamente arisolvere problemi. Dunque, dopo il successo dell’iniziativa romana, la mia geniale campagna di fund raising sbarca nel nuovo mondo!

Basta con l’esubero delle buone cause, non sei stanco anche tu di sentirti chiedere soldi a destra e a manca?

Questa volta fai un gesto finalmente concreto per un amica.

Invia un sms al costo di un euro o due, a te non pesa molto, ma mi aiuterai a pagare l’affitto del mio monolocale a New York.

Aiuta chi ha bisogno.

 

Ora vado a vedere come si fa per farlo! Intanto domenica si va a vendere qualche disegno davanti al Metropolitan! ci voglio troppo provare! 🙂 … 😦

* Fatina Barbona è il nome della maschera di Carnevale che avevo a Viareggio qualche secolo fa (te lo ricordi Vale?). Praticamente ero vestita normale, anzi all’epoca dell’università c’avevo proprio un improponibile cappotto a quadri marrone e i guanti quelli senza la punta delle dita (l’avreste mai detto?). Questa era la parte barbona. Poi per compassione la Valentina mi prestò un paio delle sue alette da fatina, che ne ha un so’ quante perché lei è una fatina vera, quelle con l’elastichino che ti metti come uno zaino sopra il cappotto da barbona. E questa era la parte fatina.

Che bella invenzione i nonni!

27 Jan

Altra serata meditabonda al Columbus Circle con Glenda. Poverina, con tutta la gente che poteva incontrare qui, le so’ toccata proprio io co’ tutti i miei pipponi!

Insomma questa città non ci convince mica, quasi per niente, o al massimo sembra che ci stia lasciando indifferenti. Però discutevamo anche di come sia importante e prezioso aver avuto l’opportunità di venire fin qui a vedere che c’è. Entrambe da tempo pensavamo che questa avrebbe potuto essere LA città per noi. E sai com’è quando ti senti così, DEVI andare a vedere se è vero. Forse sì, forse no, forse è ancora presto per dirlo. Ma insomma, se non avessimo avuto il coraggio, la forza, l’energia (finita!) per confrontarci con questo mondo, non lo avremmo mai saputo.

Queste esperienze oggi, rendono noi e la nostra generazione più ricchi di quelli che sono venuti prima di noi, ed in questa evoluzione cumulativa c’è un ché di Vasariano, a parer mio ( a proposito, Firenze mi sta mancando troppo in questi giorni, France appena torno ci si mette sotto!).

Poi però, e lo dico con tutto il rispetto del mondo, telefoni a tu’ nonna: quella di Firenze, appunto, quella che quando ti sente ti dice: “allora come sta la mi’ nipote senza una casa, senza una famiglia, senza soldi, senza un fidanzato???” “Deh, come vuoi che stia … vabbè ciao …”.

Insomma chiami lei, no, e con quella serenità suprema che hanno i nonni ti dice “Eh, ma te credevi di essere andata là a trovare l’America … e invece l’America l’hai lasciata qui. Io lo sapevo”.

Ma come faceva a saperlo lei che non è mai andata nemmeno in centro a Firenze ???

Campagna di Russia 1941. Il rancio dei soldati.

27 Dec

Madonnina santa. Ho comprato la famosa/leggendaria zuppa Campbells, come è ovvio. Qui è un must. Dai tempi di Andy Wahrol. E comunque dai tempi della sopra citata campagna di Russia, magari ce l’avessero avuta i nostri soldati …

Tuttavia, la consistenza del passato di piselli … mmm … come dire, mi fa sorgere dubbi sulla concezione di ‘conservante’ che ero solita avere. E vi assicuro che non si tratta del fattore gelo. Per fortuna c’è di meglio al supermercato, vero Lely? Abbiamo incontrato una nostra vecchia, cara, carissima conoscenza, nostro burro di arachidi preferito!