Questa è la mia canzone ufficiale di San Valentino ever. Quando posto una canzone vuol dire che dovete sentirla. La fate andare e poi leggete. Serve da colonna sonora, in attesa della sceneggiatura del film che vorrà farmi Federico Moccio.
Detto ciò, andiamo avanti con i bollettini …
Stasera io e Glenda abbiamo investito una discreta somma di denaro (mannaggia al cristianesimo) per partecipare a questa serata supervip da Cipriani a Wall Street. Sulla sua macchina fotografica ci dovrebbero essere delle foto, conto di aggiungerle al più presto (se sono decenti). Io come eccessivissima con le mie calze con la riga e il collo di pelliccia, altro che saluto stile regina Elisabetta, parevo Platinette. Per fortuna a lustrini qui a New York stanno tutti messi bene. Ah, nota lusso, siamo andate/tornate in taxi, che il tacco 15 non ci reggeva. Glenda scusa se c’ho messo così tanto a prepararmi, so che mi hai odiato ma apprezzo molto lo sforzo che hai fatto per non farmelo pesare. Pensa, manco me so’ messa le ciglia finte alla fine, t’ha detto bene! Solo due ore! Perdonami … ricomincerò a prendere gli ansiolitici.
Locale meraviglioso, andate a vedere qui:
La cupola della sala è decorata con bassorilievi di Wedgwood, scusa se è poco. Tra gli ospiti di questa sera, un principe azzurro tutto fumo e niente arrosto che pareva il figlioccio putativo del cantante degli Spandau Ballet (che a me infatti me piaceva/piace da morì). Imbroccati, nell’ordine, un maniaco dalle mani un po’ troppo lunghe che non aveva mai visto un paio di calze con la riga – Alì il chimico, numero due di Bin Laden, che aveva deciso proprio stasera di passare una serata occidentale in questo ristorante – un ragazzo carino e ‘normale’, che sfortunatamente ha colto Glenda nel momento sbagliato e deve aver pensato che sarebbe stato meglio uscire con Alì il chimico piuttosto. Ma insomma, queste son chiacchiere da bar. u.ù Scusate se è poco, al tavolo accanto al nostro, mica pizza e fichi, c’era Silvio Muccino! Vero Gle’??? 😉